Osmia l’ape solitaria
“Api Osmie bicornis/rufa” immediatamente dopo lo sfarfallamento la femmina viene aggredita dal maschio per copulare
Le Osmie (note anche come api solitarie) sono Apodei appartenenti alla famiglia degli Megachilidi.
Sono diffuse in tutta la nostra penisola e spesso vengono scambiate per piccoli bombi.
Queste api solitarie non producono miele e sono responsabili dell'impollinazione della maggior parte delle nostre piante coltivate e selvatiche.
In tutto il mondo esistono più di 15.000 specie di api selvatiche.
Le più diffuse In Italia sono: Osmia rufa e Osmia cornuta.
Sono di colore rosso marrone e volano da fine febbraio a fine di maggio compiendo soltanto una generazione all’anno. A differenza delle api da miele non vivono in società e ogni femmina si riproduce per conto proprio. Amano comunque nidificare in gruppo.
Ciclo vitale dell’Osmia in natura:
Nelle prime giornate calde di primavera sfarfallano i maschi che anticipano le femmine di qualche giorno; sono più piccoli e hanno un ciuffetto bianco sul capo.
I maschi attendono le femmine in prossimità del nido per l’accoppiamento.
Una volta avvenuto, le femmine si attivano da subito nella scelta del nuovo nido; molto gradite sono le canne o i tubi di paglia o bambù.
In una prima fase viene deposta la progenie femminile e, man mano che si procede verso l’uscita del nido, quella maschile.
Una femmina può deporre da un minimo di 10 fino ad un massimo di 30 uova. Sono ordinatamente collocate e separate l'una dall'altra da ‘muri’ di argilla e saliva. Ogni cella di covata viene fornita di un impasto di polline e nettare su cui è posato un uovo a forma di penna. Spesso la prima e l'ultima cella di covata rimangono vuote. Fungono da sicurezza contro i predatori (tra questi anche gli uccelli).
Come si diceva vengono deposte prima le uova femminili e di seguito quelle maschili; così facendo si decide in anticipo sia l’ordine di schiusura primaverile che il sesso della progenie.
Dopo poche settimane, la loro breve vita da api selvatiche giunge al termine.
Dall’uovo deposto dopo pochi giorni esce una larvetta che si nutre delle provviste trasformandosi gradatamente in una pupa all’interno di un bozzolo; rimarrà così fino alla schiusura nella primavera successiva.